Non è difficile nutrire un’ammirazione incontrastata nei confronto dei van: il gioco di incastri che li caratterizza è frutto di ingegni di prim’ordine che fanno a gara a riassumere in spazi sempre più ristretti esigenze familiari eterogenee. E scusate se è poco.
La prima ad essere privilegiata è quella maschile che a qualsiasi mezzo di trasporto, sia una bicicletta da un chilo o un bus di 60 quintali, chiede un’unica cosa: velocità.

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Ma è giusto che un mezzo che si porta dietro una cucina, un bagno, un tavolo e almeno due letti debba per forza sfrecciare come un’auto? Cosa succede quando ci si trova a frenare su un mezzo del genere a pieno carico? Sarebbe meglio farsi un po’ di domande prima di stivare tutta la famiglia in quattro metri quadri.

Comunque un po’ di domande dovrebbero farsele anche gli allestitori prima di praticare varie forme di illusionismo come mettere un wc a scomparsa sotto la cucina o un frigo in bagno. Insomma non state giocando con la Lego, ma con la vita di tante femmine costrette ad acrobazie da contorsioniste per assecondare i mariti che inseguono la chimera del camper puro.

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Spiegateci, cosa dovremmo fare? Girare il risotto o farci una birra mentre siamo sedute sul WC? Roba da matti! Insomma: noi donne stiamo nel Van come il due nella briscola. Non contiamo niente. Non segniamo nemmeno un punto, mentre al contrario il marito che sfreccia al 180 Km/h, di punti (quelli della patente) ne perde a iosa. Okei che il Van si guida come un’auto, okei che ci possiamo parcheggiare ovunque, ma non si potrebbe eliminare la cucina e dare più spazio al bagno? Insomma non dobbiamo mica fare tutti i giorni la prova del cuoco? Gli uomini invece, dovessero scegliere, casserebbero subito il bagno, a favore di un rapporto più confidenziale con la natura. Siamo o non siamo amanti del plain air?

E se invece firmassimo un patto di non belligeranza e a favore del bene comune smontassimo il letto posteriore? In fondo possiamo sempre usare il basculante. Ma lui protesta perché non gli va di dormire con i piedi di fuori.

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Non c’è soluzione il Van pare adatto più al viaggio che alla sosta prolungata.

Quando le ristrettezze cominciano a farsi sentire, aumenta il coefficiente di scassamarroni del consorte di turno. Vi assicuro che anche la coppia più affiatata, rinchiusa in una scatola di latta, può fare più numeri del superenalotto.

Insomma tirando le somme: il Van è il mezzo delle coppie supercollaudate, quelle che con gli anni hanno capito che è meglio fare vacanze separate. Oppure dei single a caccia di avventure, che da un mezzo del genere non possono trarre che van-taggi: la sera “carichi” e il mattino obbligatoriamente “scarichi”.