Il viaggio di ritorno verso casa sarà sicuramente più lento e rilassato di quello di andata, e così siamo partiti con tutta calma dopo un’abbondante colazione, mentre al camping Waldorth Connie e i suoi ospiti festeggiavano l’apertura della stagione con un bell’aperitivo all’aperto a base di birra e salsiccioni. Quando abbiamo chiesto a Connie un consiglio sui posti da visitare in questo periodo sulla strada di ritorno verso casa, ci ha messo in mano il conto e la guida ai campeggi del 2011, dicendoci che ce la regalava. Carini e ospitali questi svizzeri, ma non è che si facciano in quattro quando c’è da dare una spiegazione in più. Per ogni cosa c’è un listino e una guida, e poi l’ingegno umano fa il resto…insomma bisogna arrangiarsi. E così abbiamo impostato su Navigon l’indirizzo di uno dei pochi campeggi aperti sul lago di Lucerna e abbiamo imboccato l’autostrada. Lido di Lucerna, camping international (48 chf al giorno, due adulti e un bambino, piazzola camper e corrente) proprio accanto al Museo dei trasporti, bellissimo ma già visitato quattro anni durante il nostro primo viaggio in Svizzera. Solo che eravamo in auto e non in camper, avevamo passato la notte in uno di quegli alberghi del centro storico di Lucerna dove il pavimento di legno scricchiola e la moquette sa di stantio, e la mattina dopo avevamo dribblato la giornata fredda e piovigginosa, chiudendoci tutto il giorno nel museo. Una giornata ben spesa perché il museo è veramente ben fatto per di più interattivo e adatto ai bambini, e anche Sandro che allora aveva sei anni si divertì moltissimo. Quest’anno abbiamo trovato molte cose cambiate, in meglio ovviamente. Una ristrutturazione completa e a quanto pare anche un’ampliamento…e a vedere dalla quantità di gente, e soprattutto di famiglie con bambini, pare che il museo lavori molto bene proprio nei giorni di festa come questo.
Noi invece abbiamo optato per il lago, attratti dai traghetti che vedevamo passare. Così siamo saltati su senza una meta precisa, e ovviamente ci siamo incasinati. Abbiamo fatto il biglietto andata e ritorno per Lucerna (24 euro in tre) senza capire che l’ultimo traghetto per tornare al campeggio era lo stesso su cui eravamo appena saliti. Così siamo scesi e abbiamo buttato un occhio su Banhofplatz, che altro non è se non la piazza della stazione, per poi risalire immediatamente…senza nemmeno la possibilità di cambiare meta, o passare dal via come a Monopoli. Dopo dieci minuti, ci siamo ritrovati come dei gonzi di nuovo davanti al campeggio. Anche qui non sono stati di grande aiuto, il nostro simpatico padrone di casa ci ha messo in mano un foglietto con i numeri degli autobus per Lucerna e ci ha augurato buon divertimento. E parlava pure italiano abbastanza bene. Ormai non c’era più molto da fare, anche il parco giochi del Lido, pieno di bambini fino ad un’ora fa, alle 17 chiudeva i battenti. Saltare sull’autobus direzione Lucerna, ecco qual’era l’unica cosa da fare: 6,60 chf la tratta breve per due adulti e un bambino e in in men che non si dica ci siamo ritrovati in città per la seconda volta, ma ora via terra. Siamo scesi in Schwanenplatz e abbiamo iniziato a vagare a caso, per imboccare la prima via pedonale che abbiamo trovato. Il freddo veramente pungente, ci ha fatto infilare quasi subito in un Mac Donald dove abbiamo fatto merenda inizialmente con latte e cappuccino che qui si pagano a peso d’oro (16 CHF) e un Happy meal (altri 9 CHF)…mentre Sandro sifondino dato sui giochi (qui ce n’è un stanza piena). Insomma non saranno posti da buongustai, ma questi Mac Donald ci fanno sentire un po’ a casa ovunque siamo…anche perché ti trovi fianco a fianco con famiglie come la tua e non importa che lingua si parli, i bambini piangono e ridono allo steso modo, qualunque sia il loro paese di origine, e scambiarsi un sorriso di solidarietà familiare viene sempre naturale.
Tornati di nuovo in strada era già buio e la città era deserta, con i negozi chiusi e le vetrine illuminate metteva un po’ tristezza, nonostante la bellezza, mancava tutta quella vita che avevamo visto ieri a Basilea. Tuttavia verso le sette di sera i locali erano già tutti pieni per la cena e noi ci siamo trovati a vagare in cerca di un posticino carino dove mangiare visto che si trattava della nostra ultima cena di questa vacanza-lavoro. Ma i prezzi sui menu esposti sono da capogiro: 18 CHF per una pizza margherita! E non vi sto a dire i prezzi del pesce…Sconsolati stavamo tornando verso la fermata dell’autobus quando siamo rimasti incantati davanti ad un battello-ristorante: il Wilheilm Tell, incuriositi, nonostante la piena consapevolezza di andare incontro all’ennesima fregatura della giornata, siamo entrati ed abbiamo ordinato un menu bambini per Sandro ed una fonduta per noi due. La gentilezza della cameriera, che dopo una squadrata ci ha fatto accomodare in una sala deserta, invece che nella sala ristorante principale, avrebbe dovuto far presagire il resto, ma una volta seduti non avevamo più la forza di alzarci. I piatti sono arrivati velocemente e la preparazione della fonduta è avvenuta davanti ai nostri occhi. E questo è stato forse il momento più divertente, soprattutto perché Francesco si è riempito il bicchiere con il vino dalla brocca che era sul tavolo, che invece serviva tutto per la preparazione della ricetta. In un pentolino di terracotta la cameriera ha fatto dorare l’aglio per poi aggiungere mezzo litro di vino, il pepe, la paprika, un goccio di limone e un bicchierino di vodka, poi ha versato a piccole porzioni una ciotola contenente formaggio sminuzzato, girando il tutto lentamente con un mestolo di legno, finché il formaggio non ha cominciato a bollire. Dopodiché ha acceso il fornellino sul tavolo e vi ha posizionato la fonduta che deve mantenersi sempre calda per non attaccarsi, e noi abbiamo cominciato a mangiare inzuppando pezzi di pane integrale con le nostre forchettine. A parte che Francesco ha bollito per tutta la cena come la fonduta, dicendo che il pane non era tostato, che la fonduta era una cosa stucchevole, deluso dal fatto che tutto il vino era finito nel tegamino invece che nel suo bicchiere. Intanto Sandro si godeva la sua insalata e i suoi comunissimi bastoncini di pesce fritto con le patate lesse. Dopo un po’ il pane è finito, la fonduta ha cominciato a solidificarsi e l’aglio ad affiorare…così abbiamo spento il fornello in attesa della carta dei desserts che però non è mai arrivata. Un po’ scoglionati, ci siamo alzati e siamo andati incontro all’ultimo salasso della giornata 96 CHF ovvero 83 euro, per tutto questo ben di dio servito in un tripudio di cortesia. In un attimo eravamo di nuovo sull’autobus che in dieci minuti ci ha riportati al Lido e al nostro campeggio. Lì la Vecchia Signora ci aspettava, calda e accogliente come sempre…e qui finalmente a casa ci siamo fatti un bel 100% arabica Blucaffè e una Fiesta, prima di finire tra le braccia di Morfeo e dimenticare le disavventure di questa giornata…
PS: qui in campeggio mi hanno preso 20 euro di cauzione per un adattatore per la presa di corrente e mi hanno chiesto 10 CHF per fare una lavatrice ed un’asciugatrice…passi per la corrente, ma i panni sporchi credo che a questo punto mi convenga portarmeli a casa…bella ‘sta Svizzera, ma capperi quanto è cara!
Una passeggiata a Lucerna
No, non si può…lasciare Lucerna con l’amaro in bocca, e così quando ci siamo svegliati di prima mattina e abbiamo visto il sole non abbiamo saputo resistere e ci siamo incamminati a piedi verso la città. Dopo il battello e l’autobus questo ci mancava, ed oggi, con un bel clima mite ci godiamo la passeggiata. Davanti al Lido tanta gente che corre, mentre un po’ più avanti, quando ha inizio il viale pavimentato, Sandro può procedere svelto sul suo monopattino, e noi ce la prendiamo comoda per scattare un po’ di foto. Passiamo davanti agli stabilimenti balneari ancora chiusi e al Casino (bellissimo palazzo) per arrivare fino al ponte antico per godere di giorno lo spettacolo che abbiamo pregustato ieri sera. Oggi con questo bel sole e il clima primaverile passeggiare per la città è uno spasso, tanto che ci compriamo qualche panino in un panificio (33 cfh) e ce lo mangiamo seduti su una panchina sulle rive del lago. La pausa pranzo qui inizia abbastanza presto, a mezzogiorno i numerosi caffè all’aperto sono già affollati, mentre sulle sedie le fodere in similvello e le copertine di pail fanno capire che qui incuranti del freddo sono tutti abituati a mangiare all’aperto anche in pieno inverno. Il rientro al campeggio lo facciamo in battello, sono solo pochi minuti di viaggio, ma stiamo fuori per goderci lo spettacolo delle montagne innervate che si riflettono sul lago. Arrivati al Lido facciamo una piccola sosta al parco giochi prima di partire e imboccare di nuovo l’autostrada direzione traforo del San Gottardo: 17 km di galleria, che fa sempre una certa impressione. Sosta d’obbligo all’autogrill del San Gottardo, anche se non abbiamo bisogno di niente è diventata per noi una sosta quasi obbligatoria da quando frequentiamo la Svizzera, questo è la terza volta che siamo qui per la fiera dell’orologeria, ed ogni anno cresce la curiosità per questo paese fatto di montagne, laghi e splendide città. Passato il San Gottardo entriamo in Ticino, il paesaggio è cambiato e sembra già di essere in Italia. Ogni anno diciamo sempre di volerci fermare a Bellinzona, dove l’associazione camperisti svizzera italiana ha inaugurato un’area sosta che siamo curiosi di visitare, ma ogni volta siamo costretti a tirare dritto, c’è sempre qualche impegno che ci impedisce di fermarci…E così in poco più di mezz’ora siamo alla dogana e salutiamo la Svizzera, la nostra vignette per mezzi sopra i 35 quintali è scaduta. Speriamo di non dovere aspettare un altro anno prima di rinnovarla.