Ebbene sì, facciamo un lavoro che ci costringe davanti ad un monitor per quasi dodici ore al giorno, oppure in piedi a movimentare luci e attrezzature, vestire e truccare modelli per altrettante. Non voglio distruggere il mito dell’agenzia pubblicitaria, fatta di briefing e di riunioni al vertice, ma la realtà spesso è un po’ diversa da quello che tutti si immaginano riguardo a questa professione affascinante quanto misteriosa. Comunque, a noi che siamo una famiglia, ma anche dei job addicted,  il camper è sembrato da subito un’ottima soluzione per conciliare piacere e lavoro, senza considerare il fatto che abbiamo un bambino e che approfittiamo di ogni momento per stare tutti insieme.

Devo ammetterlo: comprare casa è stato più facile. Abbiamo impiegato due anni, conditi di svariate visite ai concessionari, fiere e noleggi, prima di fare il grande passo.

Ecco la nostra storia:

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Nell’estate del 2006, improvvisamente colti da camperisitca passione, abbiamo fabbricato un letto artigianale per il nostro Mercedes V220, che con i suoi sedili smontabili, ha sempre svolto per noi la funzione del jolly: comodo per viaggiare , utile per lavorare.

A novembre abbiamo noleggiato un Blu Camp profilato con letto alla francese, un po’ troppo angusto per noi che siamo in tre.

La decisione sembrava presa quando abbiamo provato un Rimor Superbrig, mansardato con matrimoniale in coda, insieme ad una coppia di amici, ma la mansarda non ci ha entusiasmato, così come dover svuotare la cassetta del wc almeno due volte al giorno…e così non ne abbiamo fatto di niente.

E poi un fine noleggio, che ha viaggiato almeno per un anno, costa sempre intorno ai 40.000 euro, una bella spesa.

Girando per i concessionari si trovavano dei seminuovi a prezzi di poco più bassi dei fine noleggio e usati di inizio anni ’90, abbastanza tristi,  sempre intorno ai 15.000 euro.

Indecisi e scoraggiati abbiamo rinunciato, finché nell’estate del 2007 abbiamo comprato un pick up americano di dimensioni a dir poco considerevoli e ci è venuta voglia di scoprire il mondo delle cellule abitative. Grande mobilità, con il vantaggio di godere di un mezzo multifunzione, perché la cellula, quando si sgancia e si tirano giù i piedi, è autonoma come una roulotte.

Un falso mito ahimè, perché qui in Italia non si trovano cellule standard da adattare al nostro mezzo, bisogna farle fare su misura e costano quanto un camper nuovo.

A niente sono valsi i viaggi a provare cellule usate da riadattare alle nostre esigenze, se non ad aumentare la voglia di un camper.

Così ci siamo ritrovati nell’estate 2008 con il nostro pick up senza cellula, ma con un hard top che ci ha permesso di attrezzarlo per qualche finesettimana in campeggio: materasso interno + tenda esterna. Una soluzione esteticamente ridicola, ma non ci è dispiaciuto sacrificare l’estetica al divertimento.

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Ma a settembre ci siamo trovati punto e a capo, a vagare senza meta tra gli stand di Mondonatura. Credevamo di aver trovato il nostro camper ideale in un mezzo piccolo di nuova generazione: il Tikro, che sembrava facilmente adattabile anche alle nostre esigenze di lavoro.  Sconto fiera? Collaborazioni pubblicitarie? Niente da fare, l’investimento ci sembrava ancora troppo importante per le nostre finanze.

 

Finché ad ottobre arriva il colpo di fulmine: improvviso, inaspettato proprio come l’innamoramento più folle. Il mezzo ideale per noi. Non è un camper, ma una casa su ruote, con tutte quelle comodità che abbiamo sempre sognato nei nostri viaggi. È un Vas un po’ datato, ma è adatto alle nostre tasche e alle nostre esigenze. E poi…abbiamo in mente alcune modifiche da apportare…