Certe volte allontanarsi dalla via maestra è l’unico modo per scoprire gli angoli più belli e nascosti di una regione.
Non sono in molti a conoscere la cosiddetta Valle del Diavolo in Toscana, chiamata così proprio per la presenza dei soffioni boraciferi, che erano famosi già all’epoca di Dante, che si ispirò proprio a questo paesaggio per descrivere l’Inferno nella “Divina Commedia”.

Ma ancora meno si conosce il piccolo borgo di Montecerboli con il suo castello edificato nell’anno 1003, del quale ancora oggi si possono osservare i resti della cinta muraria e di un portale d’accesso.

 
Il castello era la chiave di accesso, di transito e controllo della valle, i Vescovi di Volterra che ne fecero una loro importante roccaforte. Nel 1161 è attestato come Castello, Borgo e Corte a dimostrazione di un suo sviluppo e di una sua indubbia importanza testimoniata anche dal fatto che gli sono attribuite misure proprie. Il “Congio di Montecerboli” veniva indicato come unità di misura per il vino. Da qui prende spunto la “Festa del Congio Montecerbolino” che si svolge ogni anno nella settimana a cavallo tra agosto  e settembre con il paese in festa e in sfida tra i Rioni.
 
Oggi crea sempre una certa emozione passeggiare per le strette strade del borgo che si è sviluppato ai piedi del Castello, intorno alla caratteristica piazzetta dove si possono ancora ammirare le vecchie case medievali. In questo luogo per secoli si è svolta l’attività commerciale con la locanda e le botteghe degli artigiani, che rivivono ancora oggi grazie alla straordinaria dedizione di
Umberto Rossi, noto personaggio montecerbolino, pittore, fotografo,ricercatore e collezionista, venuto a mancare recentemente, che ha contribuito alla conservazione di numerosi edifici tra cui la cappella oggi sconsacrata appartenuta alla Compagnia Mariana, dove fu conservato il prezioso dipinto della Madonna delle Grazie, l’antico frantoio con la vecchia macina, allestito a piccolo museo della civiltà contadina, e la  “Stanza del Calzolaio”, una riproduzione di un luogo di lavoro di un calzolaio con l’esposizione di tutti gli arnesi ed attrezzature.
Proseguendo la salita si raggiunge l’antica chiesa romanica dedicata a San Cerbone, patrono del paese.
Girando intorno a quello che viene chiamato “Il Torrino”, si può ammirare il grande dirupo che ci fa spaziare lo sguardo verso la “Valle del Diavolo”.
 
In camper, l’area sosta più vicina è quella di Pomarance, che si trova a circa 8 Km, a pagamento, dotata di carico, scarico, elettricità e servizi, proprio davanti all’ufficio turistico.

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