A tutti piacciono le cose buone, soprattutto quando allietano il palato e danno un sferzata di energia. Proprio come fa il caffè, capace di rimettere in moto al mattino, o chiudere in bellezza una breve pausa pranzo. Insomma il caffè è un leit motiv delle nostre giornate, una bevanda giornaliera che rappresenta per ogni comune mortale una pausa felice, un modo piacevole per fare due chiacchiere in compagnia con la tazzina in mano e un gradevole aroma che solletica le narici.
Eppure avete mai pensato che di questa preziosa bevanda che consumiamo così tanto, sappiamo così poco.
Da dove proviene il caffè che beviamo e come viene lavorato prima di arrivare nella nostra tazzina? Tutti ne abbiamo solo una vaga idea…
Sapevate per esempio che il chicco di caffè in origine non è marrone ma chiaro e molto più pesante? È la tostatura a trasformarlo: dopo diventa di un bel marrone scuro ed è molto più grande anche se più leggero.
Poco si sa anche sulla qualità del caffè. Sicuramente avrete sentito dire che un caffè 100% arabica è molto pregiato. Ma cos’è l’Arabica? Semplicemente una qualità di caffè, che viene coltivata nei paesi sudamericani. La migliore proviene da Brasile (il maggior produttore mondiale) Colombia e Messico. In Giamaica viene coltivata una qualità molto particolare di Arabica, la Blue Mountain, che dà origine al caffè più pregiato (e più costoso) del mondo. L’Arabica contiene una scarsa quantità di caffeina rispetto alla Robusta, una qualità di caffè meno pregiata prodotta per lo più nei paesi asiatici come il Vietnam (il più grande produttore). Il caffè che siamo soliti bere deriva da una miscela di varie
qualità di Arabica e Robusta miscelate a seconda della qualità e del “corpo” che si vuole ottenere. Per esempio, contrariamente a quanto si pensa è la Robusta a dare il gusto “forte” al caffè, mentre un caffè con prevalenza di Arabica è un caffè più dolce e delicato.
Sempre la Robusta, più ricca di olii, produce la tanto amata “crema” del caffè, mentre una miscela a prevalenza di arabica ne produrrà in quantità minore.
Quali sono i segreti della lavorazione del caffè?
Primo tra tutti la selezione delle migliori qualità alla nascita. “Tutto dipende dalla qualità del terreno dove le piante vengono coltivate ed una stagione non è mai uguale all’altra. – ci spiega Franco Venturelli, che insieme al figlio Gianluca ha creato il marchio Lucaffè – Per questo mio figlio ogni anno parte nel periodo della raccolta per trattare direttamente con i produttori e selezionare le migliori qualità per la nostra torrefazione. Le varie miscele vengono preparate utilizzando partite diverse di caffè, ciascuna caratterizzata da un proprio “codice organolettico” unico e irripetibile.
Per ottenere quindi il miglior risultato selezioniamo le più pregiate partite di caffè arabica degustandone un campione. Componiamo poi la miscela con grande passione, equilibrando il gusto e l’ aroma di ciascuna, tarando la composizione della miscela ogni volta che arriva una partita nuova. Questo metodo è il più laborioso ma può essere definito a risultato costante. Inoltre la tostatura avviene a fuoco molto lento per evitare sbalzi di temperatura e consentire ad ogni chicco di sviluppare le sostanze migliori. Questo sistema è molto più costoso di quelli a tostatura moderna che tostano in tempi assai brevi, ma oltre a dare risultati migliori in termini di qualità, il caffè è più salutare. Gli olii ed i grassi contenuti nel caffè infatti, non raggiungono temperature elevatissime e sono più digeribili.”
Perché se c’è una caratteristica che deve avere il caffè è proprio la digeribilità. Quando è bruciato o macinato male senza tener conto della sua grande sensibilità all’umidità, allora è facile che il piacere di un buon caffè si trasformi in un momento tutt’altro che delizioso. Da qui la grande attenzione che si deve prestare alla sua preparazione.
Anche una miscela di decaffeinato può essere preparata in tanti modi. Spesso quello più veloce è quello di eliminare chimicamente la caffeina dal caffè. Da Lucaffè invece si usa un procedimento più naturale, scegliendo in partenza un’arabica con pochissima caffeina, ed eliminando quella rimanente semplicemente con dei bagni in acqua.
Allora perché spesso è proprio il caffè del bar a “tradirci”, e a non essere digeribile? Perché è raro trovare baristi esperti attenti a variare la macinatura in base alle condizioni metereologiche, senza considerare che spesso quando si parla di grandi numeri il prezzo fa sempre più gola della qualità…
Come si dice riguardo al vino, “nelle botti piccole ci sta il vino buono”, così vale per le piccole torrefazioni improntate sulla qualità come Lucaffè, che punta a diffondere il gusto per il buon caffè.
Per una preparazione ottimale l’alternativa veloce e pratica al caffè tradizionale macinato è sicuramente la cialda.
“Chiunque è in grado di fare un ottimo caffè in cialda, – continua Venturelli – perché nel suo involucro non sente sbalzi di temperatura e le sue qualità organolettiche non cambiano. La cialda è il modo migliore per avere sempre la certezza di bere un ottimo caffè“.
Ma anche la macchina da caffè è importante. Perché il caffè deve uscire ad una temperatura di almeno 70°C.
“Ecco il motivo per cui ci siamo messi a produrre anche macchine da caffè. Una produzione interna fatta di pochi pezzi, ma con una cura particolare nella scelta dei diversi componenti: prima tra tutte la caldaia in ottone, praticamente indistruttibile – sottolinea Venturelli – la manutenzione è semplicissima. L’unico nemico è il calcare, per cui una pulizia con l’aceto una volta al mese è la migliore soluzione per farla durare come nuova negli anni.”
La selezione di caffè e the in cialda Lucaffè e la macchina da caffè DeR&d Mobile ottima per il camper sono in vendita nel nostro shop.