Giornalismo in camper. Viaggiare per osservare, conoscere e comunicare agli altri le proprie esperienze.

Ecco due esempi su cui riflettere….

Il primo è tutto americano: Mike Wendland è un giornalista e conduttore televisivo, esperto di tecnologia ed altre diavolerie, che una volta raggiunta l’età della pensione invece di mettersi sotto il portico di casa a sorseggiare birra ghiacciata, vive in camper con una moglie sveglia almeno quanto lui, girando gli USA in lungo e in largo e dispensando consigli pratici di ogni tipo, oltre che suggerendo splendidi itinerari a tutti gli amanti del turismo all’aria aperta. Insomma viaggiare in camper come uno stile di vita.

The RV life style di Mike

Ecco un assaggio:

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E bravo Mike! Sei il nostro eroe personale, speriamo di arrivare alla tua età con la tua energia e curiosità verso il nuovo!

E guardate con che mezzo viaggia

Roadtrek

Il secondo invece è tutto italiano: “viaggio nell’Italia che cambia”. Sembra il titolo di un format televisivo, vero? Invece è l’ indirizzo di un blog, che si pone l’obiettivo di raccontare l’Italia che non funziona, ma soprattutto quella che agisce e reagisce costruendo un Paese migliore. Forte no? Da sei mesi Daniel Tarozzi, giornalista e autore televisivo, viaggia alla scoperta delle realtà alternative della nostra penisola…sei mesi in camper e dopo aver visitato la maggior parte delle regioni del nord ed aver attraversato il centro, si sta dirigendo verso sud.

Italia che cambia: il blog

Ripercorreremo l’italico stivale da nord a sud, da est a ovest, a bordo di un camper, alla ricerca di tutte quelle esperienze di vita diversa, di cambiamento, di autoproduzione, di ritorno alla campagna, di politica virtuosa, di riduzione dei consumi, di riscoperta del senso della vita, di maternità, di convivialità. Lo faremo per raccontare un paese diverso, un’Italia che cambia, e per raccontare il nostro cambiamento, che nascerà dall’incontro e dal confronto con le mille realtà. Un camper, un libro, un viaggio, un documentario, ma soprattutto un nuovo modo di vivere ed esistere.

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Due realtà, due modi diversi di fare giornalismo…e voi cosa ne pensate?