Credo di essermi innamorata del camperturismo un poco alla volta.

Ricordo la prima esperienza, abbastanza traumatica, con un camper a noleggio con letto alla francese dove a stento riuscivamo a dormire in due, figuriamoci in tre…ricordo la seconda, a distanza di qualche mese insieme ad una coppia di amici…ma soprattutto ricordo le sensazioni, quel piacere di svegliarsi ogni mattino in un posto nuovo, la sorpresa di aprire la porta del camper e vedere le mura di Monteriggioni illuminate dal timido sole mattutino di gennaio, o di svegliarsi sotto una coltre di neve all’Abetone. Che dire poi del piacere di una passeggiata sul mare i primi di maggio, quando il campeggio è ancora semideserto e si apre il tendalino per il primo pranzo all’aperto della stagione, e magari siamo a soli 30 km da casa.
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Perché camperturismo vuol dire vedere il mondo con occhi nuovi, vivere continuamente il contrasto tra il microcosmo della cellula, dove tutto è ottimizzato e a portata di mano e il mondo esterno che cambia ogni volta che mettiamo in moto. Non è la destinazione ad essere importante, ma il viaggio in sé, tutte quelle esperienze che ci restituiscono il piacere di assaporare tanti bei momenti a stretto contatto con la nostra famiglia.

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Credo di essermi innamorata del camperturismo il giorno che dopo una fredda giornata passata a girovagare per una bellissima città siamo rientrati in camper e al calduccio, sotto le coperte, mio figlio ha detto: “Ah, questa sì che è vita!”.

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E tu, come esprimeresti la sensazione di essere un camperturista?
Condividi le tue emozioni lasciando un commento sotto questo post, esprimi le sensazioni che ti dà questo modo di viaggiare, la libertà di poter improvvisare una partenza o pianificare le tappe di un lungo viaggio, stare al calduccio mentre i fiocchi di neve ricoprono gli oblò, o sentire il profumo del salmastro aprendo le finestre al mattino in riva al mare.