Podere Guado al Melo Museo del vino
Sosta consigliata nell’itinerario Bolgheri e Costa degli Etruschi
Podere Guado al Melo Località Murrotto n° 130/A coordinate GPS Latitudine: 43° 11’ 35.85” N Longitudine: 10° 37’ 29.50” E Per le visite guidate: Tel./Fax : +39 (0)565.763238 enoturismo@guadoalmelo.it www.guadoalmelo.it Caratteristiche: la visita al vigneto e alla cantina dura circa un’ora ed è impostata su basi didattiche, un’affascinante scoperta condotta attraverso la biblioteca, ricca di opere inerenti la viticoltura, il museo, le degustazioni per piccoli e grandi gruppi. La cantina è aperta tutti i giorni alle visite incluso il week-end.
È comunque consigliata la prenotazione, soprattutto per i gruppi numerosi. Benvenuti gli stranieri, si effettuano visite in tutte le lingue.
Costo della visita: 8 € con la degustazione dei 3 vini, 14 € con la degustazione di tutti e 6 i vini. Degustazione di tre vini con salumi e formaggi: 15 €. Un piccolo spazio gioco è a disposizione dei bambini. Si può acquistare: tutti i vini Guado al Melo sono in vendita anche in confezione regalo Camper friendly: nell’ampio piazzale antistante l’ingresso della cantina si possono parcheggiare numerosi mezzi.
Bolgheri è il vino. La doc di Bolgheri è famosa in tutto il mondo, questo territorio ha una vera vocazione per la coltivazione della vite, e i vini che nascono da queste parti sono per loro stessa natura considerati vini di eccellenza. Sassicaia e Ornellaia sono universamente conosciuti e le visita a queste cantine sono sempre le più ricercate. Ma se si vuole davvero scoprire il vino, l’ideale è partire da una cantina un po’ particolare: Guado al Melo, a pochi chilometri dalla via bolgherese, si presenta come un ambiente essenzialmente didattico, dove il lavoro si coniuga alla passione dei proprietario, Michele Scienza, figlio del prof. Attilio, autore dello studio sulla doc di Bolgheri.
La sensazione che si prova appena si varca il grande cancello di ferro di Guado al Melo è quella di trovarsi in una sorta di tempio del vino. Tutto qui parla di rispetto per una cultura antica, a partire dai vitigni, affiancati da cartelli didattici. “La visita ha inizio all’esterno – spiega Gabriella la guida che parla correntemente inglese e tedesco, – qui le tecniche colturali seguono i criteri di una agricoltura sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e nella valorizzazione delle risorse naturali del territorio”.
Merito della personalissima interpretazione del proprietario, giovane e lungimirante, impegnato in progetti finalizzati alla qualità del prodotto e al massimo rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore. La cantina è armoniosamente inserita nel paesaggio: interrata e ricoperta di ulivi e vegetazione mediterranea. Basta varcare la soglia e la prima impressione viene confermata: c’è una certa sacralità, espressione di una passione sincera, che impone rispetto e ammirazione. Dal lungo corridoio dedicato alle degustazioni per piccoli gruppi, si passa alla cantina vera e propria, con i grandi tank di acciaio inox, il vero luogo di lavoro, dove avvengono tutte le operazioni di vinificazione.
Un’atmosfera da cattedrale gotica con tanto di volte a crociera domina la sala dove si trovano le barriques, oltre duecento botti di rovere dove il prodotto di ogni vitigno riposa in attesa dell’enologo che ne interpreta le diverse sfumature prima di decidere come abbinarle e creare il vino.
Perché il vino è come un profumo, frutto del naso e del gusto di un esperto, che cerca di mettere insieme più note per creare un composizione unica e irripetibile.
La visita si conclude con la degustazione: tra un bicchiere e l’altro solo un sorso d’acqua e un grissino.
Sei vini in tutto quelli prodotti: il Bolgheri Superiore, che nasce da micro aree di vigneto, vocate ad una produzione di eccellenza, il Jassarte, frutto della miscela tra vitigni caucasici e mediterranei, l’Antillo a base di Sangiovese, il Bolgheri DOC, il Toscana IGT bianco e il Bacco in Toscana, l’ultimo nato, leggero, per così dire “da tavola”.