Caravanbacci, storico concessionario toscano, sostiene da sempre l’agri-camper-tour, tanto che da quando ha inaugurato la nuova sede Toscana Cafè a Lavoria (PI), ha trasformato i suoi porte aperte in veri e proprie occasioni di incontro e scambio di opinioni su questo tema. “Accoglienza dei Camper nelle aziende Agricole e iniziative per il pleinair volte ad una maggior conoscenza del territorio Toscano” il titolo del convegno di quest’anno, punto focale di una giornata dedicata alla filiera corta e al buon cibo, genuino e salutare proposto dalle diverse aziende agricole toscane invitate all’evento.
Il tema affrontato suggerisce subito una domanda: scegliere la campagna come meta, è solo una moda o è piuttosto un’esigenza data dalla scarsità di aree di sosta degne di questo nome in tutto il territorio italiano? L’Europa ci insegna: cari camperturisti italiani, ne avete di strada da percorrere prima di arrivare a maturare la cultura del plein air che hanno i francesi, che dagli anni 90 hanno France Passion, formula di incontro tra produttori agricoli e camperturisti. In Italia nel 2004 è nata Fattore Amico che promuove qualcosa di analogo, legando aziende agricole e camper, suggerendo una cultura di viaggio ecosostenibile secondo la formula dell’agripleinair.
Non più turismo di serie B quindi, anzi, il successo riscosso dal salone del camper di Parma dimostra che il popolo dei camperturisti è in crescita esponenziale e non si ferma nemmeno davanti alla crisi. Anzi, come sostiene Glauco Santagostino di Fattore Amico, il camperturista, solo per il fatto di aver comprato un camper, è persona portata a “trattarsi bene”, che non rinuncia ai piaceri del buon cibo e del buon vino, come dell’arte e della cultura.Dalla sua parte anche la storica rivista Plein Air che con il suo Agri Plein Air promuove questo tipo di turismo, incrementando di anno in anno il rapporto domanda-offerta. Adesso, a quanto sembra, la sveglia è suonata anche per quei colossi irremovibili che finora sono stati a guardare a braccia conserte: Regione Toscana, Consorzio Strade del Vino e APT adesso si danno manforte ed esortano le strutture agrituristiche all’accoglienza.
Perché, se costruire un’area di sosta a regola d’arte è ancora un annoso nodo burocratico da districare, concedere ad un agriturismo la possibilità di adattare la sua struttura all’accoglienza dei camper, è molto più semplice dall’aprile scorso.Merito del nuovo disciplinare che regola il settore, varato all’unanimità dal consiglio regionale nell’aprile scorso: basta una DIA e l’agricampeggio è cosa fatta. Ma gli operatori toscani non sembrano del tutto convinti, il dubbio più grosso riguarda sempre lo smaltimento delle acque nere, causa quel “chimico” che nessuno ancora se deve essere assimilato ai rifiuti industriali. Nell’indecisione cronica comunque meglio invitare gli ospiti a non scaricare e limitarsi a sostare: gli operatori che aderiscono a Fattore Amico per esempio non devono fare niente per adeguare la loro struttura, semplicemente mettono a disposizione uno spazio all’interno della loro proprietà per riservare un’accoglienza garbata e decorosa ai camperturisti associati, che a loro volta devono contraccambiare con pari rispetto, seguendo le norme del comportamento civile, per meritarsi l’appellativo di agri-camper-turisti doc.