1. Disperazione

Non tutte le ciambelle nascono con il buco e non tutti i mali  vengono per nuocere…e si potrebbe continuare con i proverbi all’infinito se non che, pur sapendo bene che la vita è tutta un’avventura, quando si parte per una vacanza, la speranza è sempre quella di raggiungere una meta, preferibilmente quella prefissata. A meno che il motore del tuo camper non ti molli a metà strada, o meglio in mezzo a un’autostrada e l’unico rimedio sia raggiungere grazie all’inerzia uno slargo dove accostare…E lì capisci subito che l’avventura che avevi sognato la devi archiviare, perché la vita te ne propone un’altra ben diversa. Bimbi col camper sarà per un’altra volta, non credo proprio che ce la faremo ad arrivare in tempo né per la passeggiata in bici né per la cena tipica all’isola di Bled, né tantomeno per la fiaccolata notturna, senza motore la nostra casa su ruote è solo una casa, fra l’altro temporaneamente e  impropriamente parcheggiata su un’autostrada.
Eppure la nostra Vecchia Signora ha il motore appena rifatto da un’officina autorizzata Iveco…cosa può essere successo?
In noi esseri umani la speranza è l’ultima a morire: provare a rimettere in moto e sbirciare nel vano motore  per vedere cosa c’è che non va più in quell’ammasso di ferraglia e cavi, e poi provare a riaccendere…di solito questa operazione occupa i primi dieci minuti, quelli che servono per realizzare che non c’è niente da fare e che bisogna chiamare i soccorsi.
Ma anche qui prima di prendere il telefono e decidere chi chiamare passano atri dieci minuti: assistenza Iveco? ACI? Autostrade? L’assicurazione ci può aiutare? Alle 5 del mattino del giorno della festa della repubblica è normale essere un po’ a corto di idee e il panico comincia lentamente a farsi spazio nelle nostre menti offuscate dal sonno.
L’assistenza Iveco sarà sicuramente la più competente in materia…chiamiamo fiduciosi ma quando ci comunicano i costi ci viene un colpo: 1200 euro per recupero, trasporto alla officina autorizzata Iveco più vicina e diagnosi del guasto. Buttiamo giù ancora più disperati.
Poi finalmente arriva l’idea geniale: ma non abbiamo Telepass Premium che include il soccorso stradale ACI global? Così chiamiamo, diamo le nostre coordinate e aspettiamo fiduciosi i soccorsi. Con un sms ci comunicano il numero di pratica e l’ora di arrivo del carro attrezzi, le 8 circa. E allora ci mettiamo in paziente attesa, tanto siamo in camper…ma proprio per questo il carro attrezzi ci passa accanto un paio di volte senza notarci. Approfittiamo dell’attesa per chiamare il proprietario dell’officina che ha rifatto il motore alla Vecchia Signora, ma scambiamo appena due parole, perché è in vacanza in Corsica e la linea cade quasi subito. Intanto arriva il carro attrezzi,e appena ci vede,  comincia a far storie, è evidente che non si aspettava di dover rimorchiare un camper di 42 quintali, entra in cabina, sta mezz’ora al telefono e alla fine prova a caricarci. Che non è molto competente si vede da subito, per ben due volte rischia di far picchiare i serbatoi sull’asfalto, finché non siamo noi a bloccarlo e a invitarlo a rinunciare. E così fa, dicendoci che arriverà un altro mezzo più adatto a soccorrerci.
Di nuovo in fiduciosa attesa… Siamo camperturisti mi dico, ci piace guardare dal finestrino il mondo che ci scorre accanto, ma alle 9,30 siamo sempre lì a guardare fiumi di auto e di altri camper che ci scorrono davanti, e sinceramente cominciano a girarci un po’ i santissimi. I telefoni si sono scaricati, il portatile si è spento e la tensione cresce.
2. Recupero

Finalmente verso le 9.45 arriva il nostro salvatore. Il mezzo di recupero è quello destinato ai camion, e chi lo guida per fortuna sembra sapere il fatto suo. In cinque minuti aggancia la Vecchia Signora e siamo pronti per ripartire ma per dove? In effetti non c’è molta scelta, il 2 giugno l’Italia è tutta chiusa…non resta che seguire i consigli  del nostro salvatore che ci scarica davanti alla sua officina,  per fortuna si trova in una zona residenziale, nei pressi di un bel parco alberato a Legnaro. Siamo a 10 km da Padova, abbiamo la fermata dell’autobus vicina per raggiungere il centro e il numero del taxi nel caso preferissimo viaggiare più comodi…in ogni modo dobbiamo aspettare domani per decidere il da farsi…quindi tanto vale mettersi comodi e iniziare a preparare il pranzo. Pasta al pomodoro, frittata e insalatina, il tutto condito da una ricca dose di tristezza… La gita a Lago di Bled e Terme di Catez si è trasformata in una sosta obbligata nei dintorni di Padova, non resta che capire come fare a non buttare completamente questa giornata iniziata così male. Anche se lo spirito non è dei più alti, è il nostro piccolino che ci spinge a darci da fare per trovare una soluzione divertente per dare una svolta alla giornata, e così prendiamo le bici e ci avventuriamo in direzione Padova. Fortunatamente le nuvole hanno lasciato il posto a un bel sole e noi non abbiamo altri impegni per il pomeriggio, chiediamo informazioni a due signore che alla nostra curiosa richiesta si guardano in faccia con aria interrogativa…poi una delle due comincia a prodigarsi in informazioni dettagliate, che poi sono quelle che ci hanno portato dritti dritti alla Basilica del Santo.


Visualizzazione ingrandita della mappa

3. Cicloturismo

Abbiamo seguito l’argine del Piave percorrendo prima Via Mascagni e poi Via Piave fino al ponte di Voltabarozzo. Sono argini tenuti veramente bene e affollati di gente a passeggio e in bici. Quando si arriva al ponte e si passa il Piave si hanno due alternative : o proseguire in Via Facciolati sempre a diritto fino alla basilica, oppure seguire una direzione più ” verde” che attraversa un bellissimo parco ( che è quella che poi abbiamo scelto noi), passando per Via Canestrini davanti all’ospedale di Sant’Antonio per poi rientrare su via Facciolati. Non è difficile poi capire quando è il momento di svoltare in via Cesarotti, a quel punto le grandi cupole della basilica sono talmente ben visibili che è impossibile sbagliare strada.
Parcheggiamo le bici proprio davanti alla Basilica ed entriamo. Siamo nel pieno dei festeggiamenti della Tredicina, ovvero i tredici giorni prima dell’anniversario della morte di Sant’Antonio avvenuta il 13 giugno 1231. C’è la messa ma noi entriamo ugualmente insieme a tanti altri turisti. È buffo entrare in questi luoghi di culto che assomigliano più a un museo che ad una chiesa. Sandro rimane ovviamente affascinato e anche un po’ turbato dal culto delle reliquie, ma subito dopo, l’uscita nel bellissimo chiostro dominato da un’enorme magnolia ultracentenaria, rilassa gli animi e ci fa dimenticare l’atmosfera mistica ma un po’ opprimente della basilica.
Una sosta merenda davanti alla piazza e poi proviamo a proseguire a piedi lungo la via del santo sperando di raggiungere a piedi Palazzo Bo e il caffè Pedrocchi, ma sono già le 19 e noi dobbiamo percorrere a ritroso i circa 10 km dell’andata, e così rinunciamo e rimontiamo in sella. La strada del ritorno sembra più breve, forse perché la conosciamo e facendo meno caldo di due ora fa, si va più spediti. Arrivati al camper una doccia e una cena all’aperto nel parco a base di insalatona, würstel, pizza da asporto…e sorbetto al limone, continua l’illusione di vacanza, ma sappiamo che ci aspetta una giornata ben diversa, e con questa lieve preoccupazione andiamo a nanna, belli cotti per la giornata ricca di imprevisti e per la pedalata, chiedendoci, visto che è fuori discussione andare avanti, come faremo a tornare indietro.

4. Attesa

La festa è finita, venerdì 3 giugno inizia con i classici rumori delle giornate lavorative, l’officina lavora a pieno ritmo, un’andirivieni di carro attrezzi e auto in panne che arrivano e ripartono in direzione di altre officine, e noi a fare colazione con la pizza avanzata, prima di attaccarci al telefono.
La prima telefonata è al proprietario dell’officina…che ci risponde dalla Corsica. La domanda è questa: a chi far rimettere le mani sul motore della Vecchia Signora? Ovviamente il proprietario vuole rimettercele lui, quindi bisogna riportare il camper a casa.
E qui scatta la seconda domanda. Chi lo riporterà a casa? Ci penserà l’officina. Ci comunicano che stanno cercando un mezzo disponibile e che ci avvertiranno non appena lo trovano. Ecco, almeno di una cosa siamo certi: la Vecchia Signora torna a casa. E noi? Proseguiamo la vacanza, noleggiando un altro camper? Noleggiamo un furgone per caricare anche le bici? Di nuovo attaccati al telefono…non si trovano né camper né furgoni, e poi (altro problema) si può noleggiare un mezzo in un posto e riconsegnarlo in un altro? Memori di qualche pubblicità..vedi alla voce Blu Rent e Amico Blu crediamo che sia possibile…ma (noi lo sappiamo bene) una cosa è la pubblicita e un’altra la vita reale…A farci archiviare qualsiasi speranza di proseguire la vacanza ci pensa l’officina incaricata del nostro recupero, quando ci presenta il conto: 393 euro pagamento in contanti.

Telepass premium base non contempla il recupero di mezzi superiori ai 35 quintali…sarebbe stato utile saperlo prima. A questo punto siamo a secco di soldi e di idee, non ci resta che rimanere parcheggiati al fresco in attesa del carro attrezzi da casa. La vacanza può dirsi ufficialmente conclusa. Ci concediamo una pausa pranzo gustosa all’Osteria del Sole, proprio di fronte alla nostra casa su ruote stanziale…mangiamo molto bene con soli 30 euro…è l’ultimo lusso che ci possiamo concedere, prima della partenza, che avviene la sera intorno alle 19. Dal camper non ci siamo mai allontanati causa maltempo, siamo stati tutto il tempo al fresco del parco a leggere, per rilassarci un po’ prima del viaggio.

5. Viaggio di ritorno
La Vecchia Signora viene issata su per aria, con tutto il posteriore di fuori, le bici sistemate e legate all’interno, partiamo alla volta di casa. Ma l’avventura non è ancora finita, procediamo spediti fino a firenze, usciamo dall’autostrada ed entriamo in superstrada, ma nei pressi di Empoli il carro attrezzi  comincia a fare un rumore strano, ci guardiamo tutti con il terrore negli occhi …siamo su un mezzo nuovo di pacca…cominciamo a sospettare di avere una certa propensione per la sfiga.

Ma non è così, il carroattrezzi ha una portata di 40 quintali e noi siamo almeno due quintali in più, il peso e la discesa da Barberino gli hanno dato il colpo di grazia, una delle ruote gemellate posteriori  interne è scoppiata, proseguire così è troppo pericoloso, il rischio è di ribaltarsi nel caso che un’altra ruota ceda. Cambiare la ruota con il peso del camper sopra è complicato perché si tratta della ruota interna, bisognerebbe alzare il carro attrezzi con il camper sopra e i buloni sono molto surriscaldati e difficili da togliere. Non rimane che una soluzione: essere scaricati ancora una volta all’autogrill di San Miniato a 40 km da casa, in attesa che il carro attrezzi venga di nuovo a recuperarci sabato mattina, dopo aver sostituito la ruota.
Ed eccoci di nuovo fermi, stavolta con i serbatoi vuoti e il bagno inagibile causa bici parcheggiate davanti. Incerti se ridere o piangere ce ne andiamo a letto un po’ sconsolati.

6. Sconforto

La mattina di sabato 4 giugno inizia con una ricca ma triste colazione in autogrill, leggendo tutto il possibile per ingannare il tempo… dalle copertine dei libri esposti a quelle dei cd per tirarla per le lunghe. La lettura prosegue fuori, all’ombra del camper, mentre guardiamo il viavai di auto dirette al mare. Siamo distratti dalle peripezie di un gruppo di inglesi che hanno dormito in macchina e che si preparano a ripartire dopo varie operazioni di toilette all’aperto.Poi ecco di nuovo il carro attrezzi e in breve tempo davanti all’officina.

Ed è lì che mi ha preso uno sconforto indicibile, nel vuotare il camper, senza sapere quando potremo salirci su di nuovo. Abbiamo scaricato tutto sotto un sole bollente, e siamo ripartiti in auto, lasciandoci un’altra volta alle spalle la Vecchia Signora, che ci è costata passione, tempo, fatica e una bella paccata di soldi tra motore, impianti e carrozzeria. La nostra redazione mobile si è persa l’itinerario sloveno, ma si farà le ossa su altre più spinose questioni, come quella della garanzia sui lavori eseguiti presso officine autorizzate.
Vi terremo aggiornati, e anche questa volta (anche se avremmo preferito di no) sarà un vero “provato per voi”!

[nggallery id=91]